Mauro Zanarini: mettiamo la comunità Slow Food di GiovinBacco al servizio della viticoltura romagnola

Più informazioni su

Slow Food Ravenna organizza la manifestazione GiovinBacco assieme a Tuttifrutti fin dall’inizio, nella progettazione dell’evento, con l’intento di valorizzare il vino Romagna Sangiovese e gli altri vini autoctoni del territorio, i produttori e i prodotti della nostra regione, gastronomici ed artigianali. In questa XXI edizione si è affiancata nell’organizzazione dell’evento Cooperdiem, un inserimento che tende a dare ancora più slancio a una manifestazione che negli ultimi anni, dopo il Covid, ha raggiunto risultati eccezionali. La partnership fra Slow Food Ravenna e Tuttifrutti-Cooperdiem che agiscono come imprese e si accollano in proprio il rischio d’impresa dell’organizzazione è un esempio virtuoso di collaborazione e di sinergia fra soggetti diversi per un fine comune.

Ravenna. GiovinBacco in Piazza sabato 28 ottobre 2023, le immagini più significative

Mauro Zanarini è dall’inizio l’infaticabile animatore e promotore di incontri e proposte con cui GiovinBacco si è affermato nel tempo. A lui abbiamo chiesto una riflessione sull’edizione 2023, coronata da grande successo, e sul futuro.

“Nell’edizione del 2023 abbiamo pensato di dare visibilità ai problemi legati al cambiamento climatico e alle Associazioni di Vitivinicoltori di Romagna, realtà che hanno capito che insieme si è più forti. Progetti che Slow Food promuove e che ha realizzato con la Slow Wine Coalition, una rete collaborativa, inclusiva e internazionale.dice Mauro ZanariniUna rete composta da persone che amano il vino buono pulito e giusto e se ne prendono cura ogni giorno. Del resto Slow Food Ravenna con GiovinBacco lavora su questi contenuti, partendo dai progetti dell’associazione e ha creato in questi anni una rete locale, consolidata nel tempo, dove nel periodo dell’evento enoteche, bar, forni, gelaterie e ristoranti propongono le loro creazioni innovative a base di Romagna Sangiovese. Il piatto GiovinBacco per esempio vede il coinvolgimento dei ristoranti romagnoli che propongono un piatto con ingrediente il Sangiovese.”

Insomma il segreto del successo è fare rete. Eppure non sembra così semplice in Romagna.

“Serve più che mai fare sistema. Una rete che riunisce tutti i protagonisti della filiera per mettere in atto una rivoluzione del vino all’insegna di sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e crescita sociale e culturale delle campagne. Slow Food Ravenna punta a riunire tutti i protagonisti della filiera intorno alla consapevolezza che il ruolo del vino non può essere più solo quello edonistico, legato al piacere della degustazione, ma deve costruire un’autentica sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e crescita culturale e sociale dei territori del vino. Riunendo in un’unica rete vigneron e vignaioli, appassionati e professionisti – dal distributore all’oste, dal sommelier all’enotecaro, dal casaro al norcino, dal giornalista al blogger – abbiamo la possibilità di incidere sul futuro della viticoltura romagnola. Questo progetto ci dà l’opportunità di focalizzare la mission e sviluppare il brand GiovinBacco, un evento che nell’edizione del 2024 sarà più ricco di aziende e di novità.”

Ce ne dica alcune.

“Partiamo da un presupposto. Il vino è il prodotto agricolo che ha maggior visibilità e riconoscibilità, solo dal vino riteniamo possa partire una rivoluzione che investirà, ci auguriamo, anche altri prodotti. Purtroppo il vino delle aziende di Romagna che propongono qualità con grande impegno e sacrifici, non è rappresentato e valorizzato come meriterebbe sia in Italia che all’estero. Slow Food Ravenna vuole dare un aiuto e portare la sua esperienza, con umiltà slow, per invertire questa situazione. Con il coinvolgimento delle istituzioni, delle associazioni di volontariato, imprenditoriali, gastronomiche, turistiche e delle scuole vogliamo consolidare e rafforzare questo programma localmente e svilupparlo come comunità Slow Food di GiovinBacco, progetti che già abbiamo per il futuro che, nel medio e lungo termine, ci permettano di diventare un punto di riferimento e di supporto per questa straordinaria realtà di viticoltori. Una comunità che ha come obiettivo la tutela, la valorizzazione e la promozione del territorio Romagna.”

Mauro Zanarini

Che cosa intende per comunità Slow Food di GiovinBacco?

“Partiamo dai problemi. Negli incontri che abbiamo organizzato a GiovinBacco 2023 sono emerse considerazioni che hanno confermato la situazione vinicola attuale del territorio e della comunicazione, molto tragica per i vignaioli che producono un prodotto vino che può e deve competere con altre regioni, che però hanno un’immagine vitivinicola più importante. Le etichette esclusive restano appannaggio di pochi eletti e sono i prodotti che creano immagine (Barolo, Brunello, Valpolicella, Franciacorta, ecc…). Anche la Romagna ha dei vini che possono entrare in questo contesto, ma la sua forza è proporre un assortimento di vini di grande qualità ad un prezzo medio che va dai 12/15 ai 30 euro in enoteca, una fascia che ha sempre definito il vino di qualità. Con l’erosione del potere d’acquisto c’è stata una contrazione della domanda, in questa situazione occorre fare passare il messaggio che è possibile bere bene, o addirittura con i nostri vini molto bene. La classe media dei vini romagnoli propone alcune delle storie più belle in luoghi caratteristici. In fin dei conti serve comunicare bene il nostro territorio che rende unico il nostro vino con vitigni autoctoni che abbiamo solo noi: Albana, Pagadebit, Burson, Centesimino, Rambela ecc… e un Sangiovese con zone completamente diverse, un punto di forza che ci può dare grandi soddisfazioni. Dobbiamo riuscire a trasferire il territorio nella bottiglia mantenendo la qualità in tutte le fasi produttive ed in particolare in vigna dove nasce un vino di qualità che ne aumenta la sua notorietà e il valore generato, e vede crescere in particolare le etichette premium con affermazione nei mercati nazionali ed internazionali. Vini che possono mettere in evidenza in modo chiaro il territorio in cui sono prodotti, venendo incontro ad un mercato sempre più esigente ed interessato alle origini e all’identità.”

Vino e territorio, un binomio vincente di cui si parla da tempo. Dove sta la novità?

“La novità sta nel cominciare a farlo sul serio, tutti insieme. Un marketing integrato che permette con il vino di interagire con il cliente sul tema del prodotto ma anche di promuovere un turismo come volano di crescita economica e sociale nel rispetto dell’ambiente, dell’agricoltura degli spazi e delle comunità. Il turismo può salvare un territorio e il vino può essere un punto di equilibrio straordinario, si utilizza il vino prodotto trainante del made in Italy per promuovere il territorio, per avvicinare il produttore direttamente al consumatore. Occorre rilanciare un piano vinicolo romagnolo e trovare risorse per aiutare gli agricoltori perché senza redditività i vigneti vengono abbandonati e questo, purtroppo, potrebbe essere il futuro dei vignaioli di collina e montagna. Sfide importanti che vedono i produttori alle prese con il cambiamento climatico. Una proposta che si presenta in un modo nuovo, una strategia comune affrontata facendo rete in tutti i territori coinvolti con paesaggi straordinari, naturalistici, sportivi con esperienze intense nel segno della qualità della vita, creare un’offerta più completa che possa essere presentata come vera e propria esperienza culturale e di scoperta: una vera esperienza sul territorio.”

Ma più precisamente che cosa può fare la comunità Slow Food di GiovinBacco? Qui servono idee, strategie e risorse che devono mettere in campo in primis le istituzioni, la politica, le associazioni economiche…

“È vero. Ma noi possiamo dare un contributo. La nostra proposta di comunità è piaciuta ad associazioni e viticoltori e sono d’accordo nel promuovere un GiovinBacco itinerante anche fuori Ravenna, un evento diffuso che appassioni la città che ci ospita coinvolgendo le comunità locali, le condotte Slow Food, ristoranti, enoteche. La nostra proposta è mettere al centro chi vive e chi lavora nel territorio, il loro impegno quotidiano nel ricercare la qualità offrendo esperienze uniche ed autentiche, scoprire le storie e le attività delle persone, le tradizioni, i prodotti, i paesaggi, raccontare esperienze vive ed uniche. Un progetto “diverso” che ha suscitato molto interesse tra i partecipanti agli incontri di quest’anno. Un evento frequentato da professionisti e appassionati che vogliono scoprire la Romagna e, perché no, anche qualcosa di più. Il vino capace di raccontare la terra nella quale viene prodotto, un legame perfetto tra produttori e pubblico. Un luogo che trasforma la promozione in una risorsa preziosa. Fare sistema per crescere e per avere la visibilità che meritano: questo è alzare l’asticella.”

Che cosa vi proponete di fare, concretamente?

“Un programma itinerante di cene, degustazioni e laboratori, una vetrina straordinaria che raccoglie il meglio dei nostri prodotti e della nostra cultura, perché il cibo e il bere sono cultura e raccontano questa terra con un linguaggio diretto e profondo in modo che sempre più persone se ne accorgano. Un’occasione per assaggiare la Romagna. E promuoverla.”

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di RiminiNotizie, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.