Priolo fa il punto sull’alluvione in Regione: “Ci aspetta un lavoro immane, occorrono in tempi brevissimi opere molto complesse”

“Purtroppo una nuova ondata di maltempo ha colpito duramente una parte importante del nostro territorio e, come prima cosa, voglio rinnovare la solidarietà della Giunta a tutte le cittadine e i cittadini che hanno visto la loro vita sconvolta e i loro beni danneggiati o distrutti, in alcuni casi nuovamente per la terza volta. Abbiamo fronteggiato un evento che sia per quantitativi di pioggia in intensità puntuale, sia per valori cumulati nelle 24 e nelle 48 ore, è stato sicuramente maggiore di entrambe le alluvioni di maggio 2023. Ma l’estensione dei territori colpiti è stata inferiore e gli effetti meno devastanti grazie anche agli interventi di messa in sicurezza completati in questi mesi”. Così la presidente facente funzione della Regione, Irene Priolo, nella sua informativa in Assemblea Legislativa sugli eventi di maltempo che hanno colpito la Romagna la scorsa settimana, col passaggio del ciclone Boris.

In apertura di seduta la presidente ha ripercorso la risposta del sistema di Protezione Civile durante l’emergenza a partire dall’assistenza alla popolazione fino ai lavori di prima messa in sicurezza nelle ore successive. “Se si afferma che i soldi ci sono e la Regione e i Comuni non li spendono, non solo si dice il falso, ma si inietta nel sistema e nel dibattito pubblico un virus mortale sia per la collaborazione istituzionale, sia per la coesione sociale- ha sottolineato Priolo -. La nostra Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile sta svolgendo un’attività che per qualità e intensità non ha paragoni nel resto del Paese, numeri alla mano. I Comuni e le Province, accanto all’attività ordinaria, in meno di un anno e mezzo sono stati chiamati a svolgere una mole di lavori che non ha riscontro. E per svolgere questa attività straordinaria, all’Agenzia regionale il Governo ha assegnato zero personale aggiuntivo”.

Priolo ha voluto ricordare come “a fronte di una grave situazione, non posso tacere la distanza che separa la generosità, l’abnegazione e la professionalità eccezionali che come sempre hanno contraddistinto l’operato sul campo, giorno e notte, delle nostre donne e dei nostri uomini, dalla spregiudicatezza e dal cinismo che ha contrassegnato una polemica a caldo scatenata proprio da chi, per funzione istituzionale, avrebbe il dovere di collaborare lealmente per il supporto alla popolazione. C’è un tempo per tutto, anche per la polemica politica e la propaganda elettorale, ma è la prima volta che la polemica politica entra direttamente nella gestione di un’emergenza. Attenzione: se le istituzioni non collaborano i cittadini se la prenderanno con tutti. Ho apprezzato che la presidente Meloni abbia voluto chiudere la polemica e mi ha confortato, in quel frangente, la solidarietà e la vicinanza del Quirinale”. Adesso, “ci aspetta un lavoro immane e non sarei sincera se dicessi che non sono preoccupata. Il ripetersi un anno dopo di un evento di questo portata non fa che confermare le peggiori previsioni: è cambiata la scala e con essa deve cambiare il paradigma del nostro assetto. Se vogliamo che la Romagna, e con essa tutta l’Emilia-Romagna sia messa in sicurezza, occorre non solo riparare i danni provocati dalle due alluvioni, ma mettere in campo da subito uno sforzo straordinario – ha concluso Priolo – per realizzare in tempi straordinariamente brevi opere straordinariamente complesse se non vogliamo, ancora una volta, essere sopraffatti dagli eventi”.